La mostra “Donne e motori … non solo un affare maschile” è visitabile a Roma fino al 30 maggio (Istituto Comprensivo 'Nino Rota') grazie a Rete per la Parità e UDI Monteverde
“Donna al volante, pericolo costante” questa è solo una delle “battute” che hanno accompagnato fin dalla sua invenzione il rapporto tra l’automobile e le donne. A seguire, il corpo delle donne, considerate incapaci di guidare o desiderose di essere “guidate”, è stato usato per promuovere auto di lusso, come se acquistando l’auto si potesse acquistare anche una passeggera di lusso.
I fatti sono invece un po' diversi.
Adriana Balzarini li ha cercati nelle pieghe della storia e raccontati nella mostra “Donne e motori … non solo un affare maschile” realizzata nell’ambito delle attività dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (https://asvis.it).
Così apprendiamo che la prima persona a guidare un'auto fu una donna.
Bertha Ringer Benz, moglie di Karl Benz, nel 1888 salì con i figli sul prototipo di veicolo progettato dal marito, il quale non aveva però il coraggio di provarlo, e lo guidò per 100 km da Mannheim a Pforzheim, sua città natale. All’arrivo mandò un telegramma al marito per rassicurarlo sul successo del viaggio.
Molte sono le donne che hanno contribuito a migliorare i viaggi in automobile, come Mary Anderson che nel 1905 brevettò il primo tergicristallo, e June McCarrol che, coinvolgendo altre donne a dipingere autonomamente una striscia bianca di divisione tra le corsie, ottenne l’adozione di questa segnaletica stradale prima in California e oggi nel mondo intero.
Le donne, a dispetto del sarcasmo e dell’ironia, non solo si sono cimentate nella guida fin dall’800 ma hanno contribuito e contribuiscono con le loro invenzioni e il loro intuito a rendere la guida più sicura e le auto più belle e accattivanti.
La mostra è esposta dal 22 al 30 maggio presso l’Istituto Comprensivo “Nino Rota” (Via F.S.Benucci 32 ), come unico punto in Italia, grazie a Rete per la Parità e UDI Monteverde.
L’ evento si inserisce in un percorso di approfondimento dei temi relativi alla parità di genere e al ruolo degli stereotipi, nell’ambito dell’Accordo di rete “Insieme oltre i pregiudizi: diritti e valori”, attivato per sviluppare il progetto Stereotipa di UDI Monteverde che prevede anche la valorizzazione di figure femminili, dimenticate o sottovalutate, che hanno contribuito all’evoluzione scientifica e tecnologica.
L’inaugurazione della mostra si è svolta mercoledì 22 maggio con una tavola rotonda a cui hanno preso parte :
Graziella Bianco, Dirigente scolastica I.C. Nino Rota
Patrizia De Michelis, Presidente della Rete per la Parità
Stella Squillace, Assessora Politiche Educative e Scolastiche, Pol. Giovanili, Edilizia Scolastica, Municipio XII
Gioia Farnocchia, Assessora Politiche di Genere e Pari Opportunità,Pol. Culturali e dello Sport, Municipio XII
Silvia Tomassetti, Presidente Commissione Pari Opportunità, Municipio XII
Claudia Bruschi, Assessora Politiche Educative e Scolastiche, Edilizia Scolastica, Municipio XI
Carla Cantatore, Responsabile UDI Monteverde, Garante UDI Nazionale, Staff del Progetto Stereotipa
Patrizia Falovo, Direttivo UDI Monteverde,Coordinamento UDI Nazionale, Staff del Progetto Stereotipa
Stefania Lella, Presidente Panathlon International - Club di Roma
Gabriella Anselmi, Presidente Alef e Consigliera della Rete per la Parità
Ada Velati, Equity&Empowerment Manager di Lutech Group, Ingegnera e Motociclista
Presentazione della Mostra
Adriana Balzarini, Vice Presidente vicaria Panathlon International Distretto Italia
che hanno, ciascuna per la sua parte, rappresentato la necessità di promuovere un cambiamento sociale e culturale, che induca le giovani generazioni a oltrepassare le rappresentazioni stereotipate del maschile e del femminile, fornendo loro strumenti critici per riconoscerle.
E’ stato ricordato il lungo cammino delle donne per vedere riconosciuto il diritto all’eguaglianza, che in Italia si concretizza nella Costituzione (art. 3) nel 1948, dopo una lunga guerra a cui le donne avevano dato un contributo, ancora poco riconosciuto, per cui molte pagarono un anche con la tortura, lo stupro, la morte.
E tuttavia, il pieno diritto era ancora solo in parte, ad esempio l’accesso delle donne alla magistratura viene ottenuto solo nel 1963 dopo la sentenza 33/1960 della Corte Costituzionale a seguito del ricorso intentato da Rosanna Oliva, e l’accesso delle donne nelle forze armate anche più tardi, nel 1999 con la Legge 380.
Ancora oggi l’art. 3 della Costituzione è disatteso, poiché “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese” ma, poiché la maggiore differenza concepita tra i ruoli codificati degli uomini e delle donne è quella del ruolo di “genitori”, nel nostro paese prevale l’idea che accudire i figli (che a quanto pare tutti vogliono che vengano concepiti) sia poi compito delle madri, dato che non ci sono asili nido (gratuiti o almeno economicamente possibili) sufficienti e il “permesso di paternità” di 10 giorni non serve a niente in quanto troppo esiguo e non confrontabile con i permessi di paternità in altri paesi UE (fino a 6 mesi, almeno).
Quindi, ancora oggi, i diritti conquistati vanno comunque difesi.
L’applicazione dell’art. 3, comma 1 e 2, della Costituzione deve essere declinata in tutta la sua potenzialità.
La Mostra sarà esposta nella sede centrale dell’Istituto “Nino Rota” fino al 30 maggio 2024. Le classi degli Istituti Comprensivi aderenti alla Rete di Scopo potranno visitare la mostra il 24 maggio, ore 10.30-17.00.
Marina Patriarca, Direttivo UDI Monteverde
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