Libri - Concita De Gregorio, Cosa pensano le ragazze, Ed Einaudi
Bartolini Tiziana Lunedi, 17/10/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2016
C’è Chiara che scrive “ho ventitré anni e scrivo dalla provincia di Roma. Ho letto il libro con la matita nella mano destra, come faccio sempre quando leggo. Le cose che sottolineo mi devono rimanere in qualche modo attaccate addosso. A volte mi sono riconosciuta nelle storie e ho pianto, altre volte no e ho riso. Ho anche pensato ‘Certo che siamo strane’ ma belle, vere”. Poi incontri Eleonora, lapidaria: “non si ammala solo un bambino, si ammala una famiglia intera”. E ancora Martina: “ho 26 anni, a quanto pare tutti un po’ persi in un cammino in cui non mi riconosco più. Ieri ho pianto, tanto. Ho letto il libro in due ore e ho pianto ad ogni storia, perché ogni storia la sentivo la mia”. Storie? testimonianze? sfoghi? voci?... È difficile definire i messaggi affidati alla rete e che abbiamo copiato, scegliendoli a caso, dal blog realizzato nell’ambito di un progetto che ha anche generato il libro “Cosa pensano le ragazze” scritto da Concita De Gregorio. “Ho parlato per due anni con mille donne, da sei a novantasei anni. Soprattutto adolescenti, giovani donne. Ho posto a tutte le stesse domande: cosa sia importante nella vita, come ottenerlo, come fare quando quel che si aspetta non arriva….Da questo coro di parole sono nate le mie storie: prendono occasione dalla realtà ma si aprono alla libertà di immaginare, da un frammento di verità, vite e mondi”. È stato un “lavoro condiviso, aperto e per questo invincibile”, che nella nota finale al testo l’autrice definisce “l’inizio di un’esperienza”. Quattrocento clip, scelte tra le mille realizzate, sono on line e alcune di quelle storie, degli estratti, sono state affidate alle pagine del libro. Pagina dopo pagina si incontrano frammenti di vite, istantanee, ricordi, speranze, gridi di dolore, gioie: un assaggio dei tanti mondi femminili, tutti diversi e impossibili da rinchiudere in categorie. Ogni paragrafo apre finestre su paesaggi infiniti e trattiene nella parola scritta la multiforme essenza femminile. Non c’è una storia e neppure tante storie, non c’è una rappresentazione che tende a dimostrare. Non c’è un’inchiesta o un focus su un problema particolare. È una inedita “mappa per decifrare le ragazze del nostro tempo, un amuleto per non perdersi, un antidoto alla paura” destinato a “chi dice: io non capisco le donne, non le ho mai capite”. È un contributo a darci forza e fiducia, prima di tutto tra noi stesse, cercando di non perdersi e disperdersi. Il momento è difficile e guardarsi allo specchio, riconoscendosi nell’altra, aiuta.
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