- 'Le farfalle di Ebensee', il libro di Maria Pia Trevisan, edizioni La memoria del mondo
Bartolini Tiziana Domenica, 04/10/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2015
Il passato, soprattutto per chi non si è sottratto all'appuntamento con la Storia, non passa mai del tutto. E può capitare che, tornando, sveli pezzi di verità rimaste nell’ombra per le contingenze del momento. Le sofferenze che il professor Stefano Rovati, il protagonista dell’intenso romanzo di Maria Pia Trevisan, ha vissuto per quindici mesi nel campo di sterminio nazista di Ebensee non hanno cancellato la sua capacità di amare e la convinzione che bisogna trovare comunque il modo di esprimere il proprio senso civico. Stefano per anni porta un messaggio di pace testimoniando ai giovani la sua esperienza di sopravvissuto al lager, sempre intimamente accompagnato dal senso di colpa verso i compagni di lotta morti per conquistare la libertà e la democrazia. È una sottile sofferenza che non lo ha mai abbandonato, nonostante l'affetto che lo circonda nella sua famiglia. “Per troppo tempo…si era raccontato, e aveva raccontato, una storia di sé molto parziale. Una storia vera, certo, vissuta in prima persona, ma il racconto molto spesso si limitava all’esposizione dei fatti memorizzati. Difficilmente varcava la soglia dei suoi sentimenti…”. Dopo cinquanta anni un incontro casuale in occasione di uno dei tanti 'Viaggi della memoria' lo riporta sulle tracce della giovane partigiana Rosalena, all'epoca sua fidanzata, che aveva creduto morta durante la Resistenza. L’intrigante costruzione narrativa crea suspence e porge via via nuove e inaspettate ipotesi sui ruoli che i protagonisti sembravano aver avuto all’epoca dei fatti. A partire Frank Gabel, l'ufficiale della Wehrmacht che gioca un ruolo centrale nella vicenda. Come 'Le farfalle di Ebensee', titolo del libro (ed la Memoria del mondo, pagg119, euro 12,00), la memoria si libra, finalmente non più fardello. La sospirata e personale riconciliazione con il passato consente a quei ‘giovani di ieri’ di godere pienamente ‘dell'eredità dell'amore' - sottotitolo del libro - che loro stessi avevano custodito per tanto tempo.
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