Dalla fiaba all'arte... il passo è breve. E l'ispirazione è donna
Dall'8 al 24 marzo la mostra 'Il violino e la Lumaca' a Forlì con opere di Marilena Bernini e Lea Contestabile per la Giornata Internazionale della Donna
Mercoledi, 27/02/2019 - Il titolo incuriosisce e l’invito non è da meno: un quadrato predisposto per diventare una piccola girandola con cui sfidare il vento. “IL VIOLINO E LA LUMACA” è il titolo della mostra promossa da UDI Forlì – Archivio UDI Forlì Cesena in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura e Pari Opportunità del Comune di Forlì in occasione della Giornata Internazionale della Donna, iniziativa arrivata alla tredicesima edizione. Anche quest’anno sarà la magica cornice dell’Oratorio San Sebastiano (c/o il complesso museale del San Domenico) ad ospitarla dall’8 al 24 marzo 2019.
L’esposizione, curata da Angelamaria Golfarelli in collaborazione con Centro Donna e Forum delle Donne e con il contributo di Coop Alleanza 3.0, proporrà le opere di Marilena Benini e Lea Contestabile, tutte dedicate al mondo della fiaba.
All’inaugurazione, l’8 marzo, interverranno: Davide Drei (Sindaco di Forlì), Elisa Giovannetti (Assessora alla Cultura e Pari Opportunità), Nicoletta Casadei (Coop Alleanza 3.0).
“La fiaba nella sua accezione tradizionale è una forma di narrazione che trae le sue origini dalla tradizione popolare – spiegano le organizzatrici -. Erano per lo più le donne, mentre svolgevano alcuni lavori come la tessitura, a raccontarle ed è anche per questo che la maggior parte dei narratori era donna. Le fiabe erano espressamente dedicate ai bambini ma in verità erano un piacevole momento condiviso gradito anche agli adulti. In questa mostra è il femminile delle fiabe ad essere espresso e rivelato evidenziando quanto esso sia la più alta espressione dei processi interiori individuali e collettivi che, trascinati dalla semplicità narrativa, si avvicinano alla vita reale attraverso il risveglio degli archetipi… Tutto ritorna infine alla fiaba scritta e narrata. Quella che si è voluto diventasse anche il titolo della mostra: Il Violino e la Lumaca, che circoscrive i confini entro cui il leggero viaggio nel fantastico ci conduce a trovare nei temi quotidiani e difficili del presente immaginari scenari volutamente già risolti, che l'immediata lettura delle le nostre emozioni svela di noi stessi. Sono infatti i personaggi fantastici (e non) delle fiabe, che in molti casi ci hanno indotto e ci inducono a riflettere sulla realtà creando, attraverso un percorso intimo ed introspettivo, la strada per fronteggiare le nostre ostilità e le nostre recondite paure”.
La mostra resterà aperta dall'8 al 24 marzo 2019, dal martedì al venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 15,30 alle 18,30 - sabato e domenica dalle 10 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19 - Lunedì chiuso - ingresso libero. Informazioni 3489508631
Presentazione di Angelamaria Golfarelli (estratto dal catalogo)
IL VIOLINO E LA LUMACA
“I bambini amano essere spaventati dalle favole. Hanno un naturale bisogno di sperimentare emozioni forti. Andersen atterriva i bambini, ma nessuno di loro, una volta diventato grande, gliene ha mai voluto. Le sue splendide favole sono piene di creature soprannaturali, senza contare gli animali parlanti e i secchi dal pronto eloquio….” (da Letture facoltative di W. Szymborska)
“L’importanza di farsi spaventare” è un breve saggio di Wislawa Szymborska (da cui è tratto il brano qui sopra riportato) dedicato alla fiaba, che riflette con lucida ironia sul senso che queste letture dovrebbero trasmettere in termini di paura e di mistero (.…)
Ci siamo ispirate a questo saggio per introdurre questa mostra che vede la fiaba come protagonista. (….) In questa mostra è la parte femminile delle fiabe ad essere espressa e rivelata evidenziando quanto essa sia la più alta espressione dei processi interiori individuali e collettivi che, trascinati dalla semplicità narrativa, si avvicinano alla vita reale attraverso il risveglio degli archetipi. In questo la donna è il soggetto che rappresenta e amplifica la ricettività e si relaziona intimamente con i sentimenti che sono la parte dell'essere umano più fantasiosa, empatica e sognatrice ma anche quella che, magicamente, si rinnova nutrendo quel luogo privilegiato di relazione e passaggio dove l'equilibrio si raggiunge attraverso la fruizione di suoni, simboli, segni, gesti ed emozioni vissuti da ognuna in modo personale ed unico. Nelle fiabe moderne il ruolo femminile si è emancipato da quello che invece era narrato nel passato. Nelle fiabe antiche infatti c’erano fate e streghe, principesse e serve, regine madri (più o meno cattive) e sorellastre invidiose… Tutte figure femminili atte ad incarnare gli stereotipi del tempo e ad investirsi di sentimenti opposti quali il bene e il male, il buono e il cattivo, fino ad essere portatrici di vita e di morte. Ma seppure nel presente ci si trovi di fronte a ruoli agiti diversamente, approfondendo la lettura e l’ascolto dei testi, emerge ancora che il ruolo femminile è subalterno a quello maschile.
Per amore della fiaba, da donne, abbiamo pensato che fosse importante ri-leggere e ri-scrivere le fiabe attraverso le immagini e il sentire di due artiste che hanno spesso lavorato su questo tema conferendo al loro lavoro quell’impronta femminile che, senza privare la fiaba del suo aspetto sognante e magico, ha dato voce all'intima memoria delle donne.
Marilena Benini, con le sue opere pittoriche che spesso si sollevano dal piano e assumono la forma tridimensionale, ci porta a percorrere un disegno visionario ed irreale del vero, che ingigantisce o miniaturizza oggetti e personaggi fino a fonderli con l'ambiente che li ospita. Trasferendo all'onirica visione della fantasia la delicata dimensione di un mondo che esiste solo nell'immaginario e che, proprio per questo, conferma la sua estraneità rispetto al concreto. Dove anche i colori non si lasciano costringere nella lettura reale ma diventano uno strumento libero della fantasia capace di superare i vincoli pittorici di un narrato figurativo che non cede e non si abbandona alla semplice rappresentazione, ma si divincola ed esplode in una diversa realtà unica e personale. Marilena, infatti, traducendo in figura il narrato delle fiabe, non lo illustra semplicemente, ma lo declina secondo una sua propria ingegnosità che consegna al potere del segno l’evocativa e straordinaria seduzione della fantasia.
Mentre il lavoro di Lea Contestabile, interamente realizzato con tessuti di tipo diverso e con l'utilizzo di cuciture, ricami, applicazioni..., ci offre un'immagine d'insieme apparentemente più realistica dove il narrato è fortemente calato nel gesto femminile che compone gli spazi di pieni e vuoti, di volumi e di trasparenze impalpabili, di buio e di luce e, come in ogni fiaba, offre la lettura fantastica delle nostre paure e delle nostre incertezze che, attraverso l'opera puntuale e precisa dell'artista, ci svela i territori entro cui l'iniziatico percorso narrativo si sviluppa e si replica. Dove le svariate combinazioni tessili che compongono l’opera rafforzano, legandosi l’una all’altra, non solo il vigore del narrato ma anche l’unione temporale fra il passato e il presente. Tessendo con le sue leggerissime trame i fili solidali delle antiche attività svolte dalle donne (quali la tessitura, il cucito e il ricamo…) con le più moderne considerazioni di genere. Realizzando una riflessione poetica e delicata che, senza sottrarsi alle inevitabili lacerazioni procurate dalle sofferenze, offre di se stessa l’immagine di un’artista fuori dagli schemi tradizionali, capace di farsi portatrice di antichi gesti e moderne idee che, nella comunione con le altre donne, realizza una nuova tradizione orale capace di trarre dalle sue opere l'ispirazione per leggere a voce alta confluenze oggi indispensabili.
Tutto ritorna infine alla fiaba scritta e narrata. Quella che si è voluto diventasse anche il titolo della mostra: Il Violino e la Lumaca che conferma i sottili confini che separano il viaggio nel fantastico dal calarsi più intimo nei temi quotidiani e difficili del presente. Scenari immaginari volutamente già risolti, dall'immediata lettura, che solo le nostre emozioni e un sincera inclusività svelano di noi stessi. Sono infatti i personaggi delle fiabe che in molti casi ci inducono a riflettere sulla realtà creando, attraverso un percorso immaginario, la strada per fronteggiare le nostre ostilità e le nostre paure.
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