Leggere la salute / 3 - Terza parte di una serie di incontri-benessere per conoscere l’approccio olistico alla salute
Salvatore Lucio Palamara e Baldassarre Bruna Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2007
L’omeopatia è un insieme di norme che regola la somministrazione dei rimedi (medicamenti) alle persone cosiddette ammalate. Il medico omeopata, con tali norme, ha la possibilità di capire la malattia del paziente e di prescrivere ciò che agisce terapeuticamente. Le regole omeopatiche sono basate su un metodo scientifico e l’omeopatia è una forma scientifica di terapia. Proprio per questo l’omeopatia rivendica l’universalità delle sue regole rispetto all’uso dei rimedi.
Il potere reattivo, cioè una sorta di forza vitale (dynamis) che reagisce anche agli stimoli provenienti dall’esterno, si manifesta sia mediante i sintomi della malattia, sia nelle ritmiche alterazioni del corpo durante lo stato di salute. I sintomi, al contrario di un nemico da combattere (come comunemente si crede), sono invece la manifestazione visibile di questo potere reattivo. In pratica, l’organismo è costretto a reagire a uno stimolo morboso interno o esterno. Il potere reattivo lotta sempre per la guarigione, per il funzionamento armonico dell’organismo, per la conquista di un equilibrio tra individuo (il suo corpo) e l’ambiente. Il sintomo è sia un processo morboso che di guarigione. La medicina omeopatica promuove questo sforzo naturale di guarigione, secondo delle regole ben precise, che agiscono in modo da far scomparire i sintomi in modo inverso alla loro comparsa. I sintomi più recenti vengono sostituiti, momentaneamente, da quelli caratteristici del primo stadio della loro comparsa, cioè durante la cura omeopatica i primi sintomi che scompaiono sono quelli comparsi per ultimi. Il concetto fondamentale è che essi muovono dall’interno verso l’esterno, cioè dagli organi più vitali a quelli meno vitali dell’organismo. Tale esempio rientra nelle regole conosciute come la legge di Hering, un successivo apporto alla omeopatia di Hahnemann. Per esempio nei bambini curati omeopaticamente per asma, si verifica la guarigione dopo un’eruzione cutanea, precedentemente soppressa da cure esterne. In pratica, tali bambini inizialmente affetti da dermatiti, sviluppavano problemi dell’apparato respiratorio a seguito di cure di tipo soppressivo.
La soppressione di un sintomo, come nel caso citato, un’eruzione cutanea, può provocare un’implosione, cioè complicazioni agli organi vitali, perché s’inibisce il passaggio dall’interno verso l’esterno.
La medicina allopatica considera il sintomo come uno stato morboso da combattere, come una ferita inflitta al corpo, dove il corpo è un elemento passivo, un ricettacolo di influenze esterne. Per la medicina omeopatica, invece, il sintomo è un segno di una reazione del corpo agli stimoli morbosi.
Omeopatia e allopatia partono da una visione divergente del sintomo e tutti gli sforzi compiuti dalla medicina allopatica rischiano di vanificarsi rispetto alla mancanza di una teoria dell’uomo, intesa in senso totale. Per la medicina omeopatica, invece, esiste una precisa teoria dell’organismo, che consente di comprendere sia i sintomi individuali, sia l’interazione dinamica tra gli stessi sintomi, nello stato di malattia e di salute.
Salvatore Lucio Palamara (chirurgo pediatra omeopata)
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