Intervista a Luisa Festa, autrice del Reportage Fotografico (Edizioni Delta3) a cura di Michele Miscia. Il libro e la mostra itinerante
Il volume è dedicato a Marisa Rodano e a Bianca Pomeranzi, recentemente scomparse, che furono protagoniste della Conferenza. Insieme all’introduzione di Livia Turco e alla presentazione di Valeria Valente, il libro - accanto alle riflessioni sulle fotografie scritte da Michele Miscia, che è anche curatore del volume - propone anche le testimonianze di alcune donne che parteciparono alla Conferenza: Esther Basile, Adriana Buffardi, Daniela Carlà, Carmela Maietta, Fiorenza Taricone e Morena Viciani.
Il reportage fotografico di Luisa Festa - da cui è stata realizzata anche una mostra itinerante - racconta i 10 giorni della Conferenza accompagnando le immagini con gli appunti di un diario di viaggio che fissano i momenti salienti ad Huairou (30 agosto - 8 settembre) e a Pechino (dal 4 al 15 settembre). Tra i numerosi pregi del volume, c’è da segnalare che contiene immagini inedite, preziose testimonianze di volti e situazioni che documentano la ricchezza di un evento che vide la partecipazione di 35mila donne provenienti da 186 paesi del mondo che attraverso cinquemila workshop hanno dato contenuti ai temi della Piattaforma e alla Dichiarazione di Pechino.
“Ho partecipato al Forum di Huairou nel 1995 in rappresentanza di alcune associazione di donne.- spiega Luisa Festa -, ed ero spinta dal desiderio di costruire reti, di comunicare e capire come le altre affrontassero il tema dei diritti delle donne per un vero cambiamento del mondo, non a caso ‘Guardare il mondo con gli occhi di donna’ era lo slogan del Forum. Attraverso questo racconto fotografico della Conferenza ho inteso fissare i momenti e le emozioni di quella straordinaria esperienza cercando di restituire a chi non c’era quella precisa atmosfera. Le donne occidentali erano una minoranza e anche poco visibili, mentre quelle provenienti da altri paesi, le africane, le asiatiche, le sudamericane costituivano una grande maggioranza colorata, vistosa, arrabbiata, Erano decise ed improvvisavano le manifestazioni più vivaci nel Forum. Mi hanno colpito le bambine cinesi e le giovani danzatrici che il primo giorno ci hanno accolto con uno spettacolo emozionante allo stadio di Pechino, dove c’era una folla variopinta di donne giunte in rappresentanza di almeno 7.000 ONG di tutto il mondo. Le immagini catturate con la mia macchina fotografica fanno parte delle mie emozioni, della mia natura: rivestire al contempo il ruolo di partecipante attiva e di narratrice dei momenti importanti che mi sono spesso ritrovata a vivere grazie al mio pluridecennale impegno politico e sociale”.
Le parole di Livia Turco, nella prefazione, restituiscono il senso di quell’evento planetario. “La Dichiarazione e il Programma di azione adottati alla IV Conferenza mondiale dell’ONU sulle donne costituiscono uno spartiacque nella politica delle donne sul piano istituzionale… raccolgono le novità più significative dei movimenti delle donne, soprattutto le elaborazioni del femminismo del Sud del mondo, incentrate sulla valorizzazione della differenza di genere come leva per una critica alle forme attuali dello sviluppo e della convivenza sociale”.
A conferma di questa lettura, Luisa Festa osserva “tutte le partecipanti vissero una straordinaria esperienza, con la consapevolezza di essere parte di un evento che avrebbe indirizzato il percorso femminile in direzione dei diritti fondamentali e della parità di genere. La Conferenza di Pechino del ‘95 (ultima Conferenza Mondiale) fu un importantissimo evento che ha segnato un momento essenziale per la conquista dei diritti delle donne, è quindi il risultato di due decenni di azioni e strategie a partire dal 1975 poste in essere dall’ONU per la condizione della donna a livello globale. Per la prima volta a Pechino i diritti delle donne sono stati riconosciuti diritti umani e inalienabili, così come sono stati affermati i principi di empowerment e mainstreaming, Ritengo che sia importante preservare dall’oblio le tappe dell’evoluzione femminile perché in questo modo si riafferma l’importanza dei diritti conquistati e se ne promuove la reale applicazione. Non dobbiamo sottovalutare il fatto che oggi questi diritti in alcuni paesi sono violati. Il libro vuole essere un contributo per raccontare alle nuove generazioni le conquiste ottenute e vuole passare il testimone per una società più equa e attenta ai diritti delle donne. Ho voluto realizzare questo progetto - conclude Festa - con uno sguardo verso l’oggi, a quasi 30 anni da quella esperienza, insieme alle autrici del libro, che ringrazio, per dare forza alla coralità degli interventi. A partire dalla nostra memoria, e quello che abbiamo vissuto insieme per riaffermare non solo la soggettività delle donne, ma per confermare che tutte quelle donne durante la Conferenza hanno espresso la volontà di cambiare il mondo a partire da un’ottica femminile“.
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