L'esposizione realizzata dal comitato Andos di Ferrara è stata presentata in Senato con Paola Boldrini e il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Intervista alla dr.ssa Filastro, psicologa e psiconcologa
Drappeggi che lasciano intravvedere o intuire le ferite del corpo che sono, e rimangono, anche “ferite dell’anima”, come ha sottolineato Flori Degrassi, presidente Andos nazionale, in occasione dell’inaugurazione di ‘Cicatrici’, mostra fotografica sul tumore al seno che propone i ritratti di 22 donne malate o guarite che hanno accettato di farsi immortalare da Federica Veronesi e Stefano Pesaro per “sensibilizzare l’opinione pubblica e dare visibilità alla bellezza e al coraggio nel superamento della malattia”.
La mostra, visitabile fino a venerdì 22 luglio (Roma, Sala del Cenacolo del complesso di Vicolo Valdina della Camera, dalle 10 alle 19.30) è stata inaugurata il 12 luglio con un incontro in Senato (Sala Nassirya) alla presenza del sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri che, nel ricordare il suo impegno per l’approvazione del Ddl sul diritto all’oblio presentato dalla senatrice Paola Boldrini, ha rimarcato quanto l’arte possa aiutare nel far comprendere come la patologia oncologica riguardi la famiglia e la società e chiami in causa l’umanizzazione delle cure.
“Il concetto di sensibilizzazione e prevenzione, soprattutto in riferimento alla malattia oncologica, va declinato con specifici contenuti, oltre i numeri e le statistiche. Perché sia efficace e raggiunga una maggiore platea possibile, lo strumento dell’arte è fondamentale” ha osservato la senatrice Paola Boldrini, vice presidente Commissione Sanità del Senato, durante la presentazione della mostra.
L’iniziativa è partita lo scorso settembre da Ferrara (Chiostro San Paolo) per iniziativa del comitato cittadino Andos presieduto da Marcella Marchi e la senatrice Boldrini ha voluto conferire un valore nazionale e istituzionale all’iniziativa cogliendo l’occasione del Piano oncologico nazionale 2022-27, presentato in queste settimane dal Ministero della Salute.
Sul potere dell’immagine si sono concentrati Luigi Grassi (docente ordinario e direttore del Dipartimento di Neuroscienze Unife) e Antonella Filastro (direttrice dell'Istituto di Psicologia Umanistico Esistenziale), secondo i quali “la fotografia mette a nudo la forza e la dignità che le donne dimostrano, esponendosi e al tempo stesso rendendo palpabile il ruolo chiave che ha la dimensione psichica e relazionale in oncologia, mai sufficientemente sottolineata”.
L'Istituto di Psicologia Umanistica Esistenziale 'Luigi De Marchi' (IPUE) ha accompagnato questa iniziativa e alla direttrice dell'IPUE, la dr.ssa Antonella Filastro abbiamo chiesto un parere in quanto Psicologa, Psicoterapeuta e Psiconcologa. “I ritratti mostrano donne che, con grande coraggio, hanno esposto la loro immagine corporea andando contro lo stigma. Da un punto di vista psicologico sono riuscite ad andare oltre la malattia e possono raccontare la loro battaglia contro il tumore, malattia che le ha colpite dolorosamente ma che non le ha identificate. Rappresentano un messaggio di coraggio, speranza, dignità e rinascita. Al centro della nostra visione umanistico-esistenziale c’è la persona, responsabile e consapevole delle sue scelte. Con il nostro lavoro mobilitiamo le sue risorse e le sue potenzialità con l’obiettivo di portare avanti il progetto esistenziale attraverso l’accettazione dei limiti imposti dalla malattia. Le cicatrici segnano il corpo e l’anima, ma sono la rappresentazione di una cristallizazione del passato. Le donne che incontriamo vivono una rottura molto forte rispetto alla loro immagine corporea e nel nostro approccio portiamo l’attenzione sul corpo attraverso esperienze mirate al raggiugimento di una riappropriazione corporea che è andata perduta con la malattia. Attraverso alcune esperienze specifiche - come la bioenergetica, il teatro o con tecniche di rilassamento - lavoriamo sul recupero dell’immagine corporea attraverso l’accettazione e facendo leva sul desiderio di riparitire. La chiriurgia estetica fa mircoli, certo, ma il raggiumento di un equilibrio si ottiene a partire dalla cura della dimensione interiore. L’arte, in questo percorso, rappresenta uno strumento di riabilitazione, di arricchimeto interiore, di consolazione”.
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