Venerdi, 15/09/2017 - Raffaella Mauceri e Angela Adamo
“Life”: la vita è dura ma se la ami davvero ti sorprenderà!
Successo a cinque stelle per il nuovo spettacolo firmato da Rita Abela
Il testo, le musiche, il canto, il ballo, le scenografie, le luci, gli effetti speciali… e su tutto la bacchetta magica della direttrice d’orchestra, cioè della regista nonché autrice del testo: al secolo la grande Rita Abela. Stiamo parlando di “Life”, lo splendido musical che è andato in scena lunedì scorso in prima assoluta al Multisala Planet, con la direzione musicale delle valenti Barbara e Chiara Catera e le meravigliose coreografie di Tatiana e Morena Bonnici. Uno spettacolo che ha travolto il pubblico con un fiume di emozioni, la bellezza e la bravura degli interpreti, la profondità del messaggio, i momenti commossi, gli scoppi di ilarità, e il susseguirsi degli applausi a scena aperta. Uno spettacolo che affronta i fenomeni drammatici che occupano le cronache dei nostri giorni: l’omicidio di strada, il bullismo, il razzismo, la violenza di genere. Uno spettacolo che ti incanta per la forza incontenibile della vita che sprigiona da ogni scena, e ti richiama ai suoi valori più veri, ancestrali e squisitamente femminili: la pace, l’amicizia, la solidarietà. Che altro, sennò?
Era dunque fatale, se così si può dire, che uno spettacolo di questo genere andasse in beneficenza alla Rete Centri Antiviolenza che, come tutti i Centri in Italia e nel mondo, nasce dal Movimento Femminista, e che ormai da vent’anni, qui a Siracusa protegge e difende le donne e i bambini vittime di violenza.
In italiano, questo genere di spettacolo si definisce commedia musicale, ma l’ambientazione richiama perfettamente la tipica bidonville americana, dove si scontrano le gang dei ragazzi malavitosi.
"Quando perdi tutto hai soltanto due possibilità: arrenderti o prendere tutte le tue forze e ricominciare daccapo!" dice la voce fuori campo con cui si apre il sipario. Dunque devi scegliere: soccombere davanti alle prove della vita o rinascere più forte di prima. Questo in sintesi il messaggio di speranza di cui hanno bisogno i giovani che vivono con estremo disagio la violenza dilagante, la corruzione politica e sociale, il degrado ambientale, il vuoto emotivo e la povertà delle agenzie educative. Un panorama a tinte fosche davanti al quale si sentono soli e senza prospettive e reagiscono distruggendo e distruggendosi.
L'evento attorno al quale ruota la vicenda di “Life” è la tragica fine di Jack, un giovane e promettente pugile travolto e ucciso da un automobilista ubriaco. David, il fratello minore, è annientato dalla sua morte, si rimprovera continuamente per non essere riuscito a trattenere il suo adorato fratello. David non sa darsi pace e ogni tentativo di conforto è inutile, anche quello di Donna, la ragazza di Jack, un’Angela Nobile che si conferma magnifica cantante e superba interprete.
Intanto i suoi amici, tutti vestiti di bianco, si riuniscono nella piazzetta del quartiere e qui cantano, ballano, scherzano, leggono i tarocchi, pronunciano formule magiche, in un clima dove tutto appare gioioso e spensierato. Ma ecco sopraggiungere i “cattivi”, i ragazzi dell’altra gang, tutti in nero stile punk, che con prepotenza li vogliono cacciare dalla piazzetta giacché quello è il loro territorio.
I bianchi però non si fanno intimidire e tengono testa ai bulli capitanati da Noel, un giovane arrogante e nerboruto, e li coprono d'insulti razzisti. L'odio della banda dei neri diventa rabbia e furia.
David si oppone a Noel ma la sua reazione non ha mordente stante che ormai ha perso la fiducia nella vita, si sente un vinto e ha rinunciato addirittura al suo sogno di diventare un pugile come il fratello.
La situazione precipita e degenera quando, dopo una seconda zuffa tra i due gruppi, tutti vengono arrestati e inviati dal giudice a trascorrere sei mesi in un ospizio di vecchi indigenti.
A contatto con la sofferenza della vecchiaia e della malattia, ma anche conquistati dal calore umano degli anziani, i ragazzi cambiano radicalmente il loro atteggiamento, riescono a esternare il loro disagio e a dialogare fra di loro e con gli altri. Si rendono conto così che fino a quel momento avevano sprecato la loro vita stupidamente, che l'odio gli aveva impedito di vedere la prospettiva di un futuro migliore. David stringe amicizia con un ex pugile che gli rivela la forza del perdono e del coraggio, lo esorta a non mollare e a riprendere gli allenamenti giacché, spiega, quello che conta è la determinazione con cui si perseguono gli obiettivi, e con la sua ricchezza affettiva lo aiuta a superare i sensi di colpa e finalmente elaborare il lutto per la morte del fratello. David ritrova così la sua grinta e anche se non sarà un campione sul ring lo sarà nella vita, la sua life.
Altro messaggio della piece, infatti, è che gli anziani non sono oggetti in disuso da posteggiare negli ospizi, ma maestri di vita che, con la ricchezza della loro esperienza, ci ricordano la struggente bellezza della nostra condizione umana.
“Questo approdo felice – spiega la autrice del testo, Rita Abela - avviene attraverso un elemento specifico: la vecchiaia, interpretata magistralmente da Alessandro Sparacino, Angelo Abela e Maurizio Battista, i quali non si sono limitati a caratterizzare i personaggi, ma hanno interiorizzato l’anima e le sfumature di un’età che qui non è soltanto intesa come saggezza ma anche come ritorno alla leggerezza, al gioco e ad una profonda ironia ed è proprio l’unione di queste diverse sfaccettature a portare il plot alla conclusione positiva. Non a caso “Life” si conclude con un gioco e con una nuova consapevolezza: “la vita è imprevedibile e se impariamo ad amarla, ci rivela grandi sorprese”... ecco il senso di questo spettacolo, che è poi anche il senso di questa compagnia”.
Una compagnia che promuove attività culturali, di formazione ed artistiche in larga parte finalizzate a scopo benefico, che è caratterizzata da eventi artistici, spettacoli teatrali e musicali, tra i quali spiccano senza dubbio “Siracusa d’Amare”, realizzato per conto del Comune di Siracusa (2014), “Moulin Rouge - storia di un amore” (2015), “Fame - la forza di un sogno” (2016). Gli spettacoli hanno registrato complessivamente oltre 9.000 presenze, con un notevole riscontro di pubblico e di critica.
“I nostri giovani artisti – conclude la nostra Rita Abela – molti dei quali sono ospiti della Cooperativa Passwork di Sebastiano Scaglione, arricchiscono ogni giorno la propria vita coltivando un grande dono: la devozione che solo l'amore per l'arte può dare, la consapevolezza di essere strumenti al servizio dell’arte”.
Una nota speciale per ricordare che lo spettacolo era dedicato all’attrice Debora Lentini, madre del giovane Stefano Pulvirenti, morto nel 2015 in seguito ad un tragico incidente stradale.
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