Mercoledi, 12/09/2012 - Anno di svolta, il 2012 per Altradimora: ci eravamo promesse, dopo il 2011 sfiancante per l’organizzazione del decennale di Punto G, di trascorrere un 2012 di tutto riposo, quando invece questo bisestile si è rivelato l’anno del raddoppio.
Non solo il seminario tradizionale (ormai dal 2009) a settembre, ma anche quello di giugno, dedicato all’economia (Prendi i soldi e scappa: denaro, potere, dono, gratuità) con conseguente numero di Marea dedicato.
Due appuntamenti, per di più ravvicinati nel tempo: quindi organizzazione, messa a punto del programma, anteprime in radiodelledonne.org e successive programmazioni audio/video/foto degli interventi di facilitazione, carrelli pieni di spesa al super, preparazione di letti, pulizia, cibo e accoglienza, tutto raddoppiato, altro che riposo.
E anche doppia soddisfazione, comunque.
Un bilancio, dunque, (tema del numero di Marea di marzo) molto positivo, anche perché le presenze continuano a lievitare e le facce a cambiare, le generazioni a mescolarsi, il dibattito (e il conflitto costruttivo) crescono.
Entrando nel quinto anno da quando Altradimora e l’idea di Officina dei saperi femministi sono germogliate penso che il problema non ancora risolto sia quello, annoso e condiviso dalla maggior parte dei luoghi di donne, della povertà delle risorse economiche, a fronte, al contrario, della ricchezza delle idee e dei progetti che abbiamo.
Il tentativo di partecipare a bandi regionali o nazionali per accedere a finanziamenti è fin qui stato fallimentare, in parte perché i bandi sono complessi e i titoli richiesti sono un vero percorso di guerra, perché il tempo da dedicare alle questioni tecnico burocratiche è enorme, perché siamo poche a potercisi dedicare e in molte ad essere povere e quindi diventano farraginose le ricerche di partenariato: molte relazioni sia personali che politiche tra gruppi e singole si infrangono, in tempi di penuria, quando si tratta di dividersi la scarsa economia disponibile, e questo è uno dei punti (dolorosi e sui quali la reticenza è altissima) sul tema del denaro che ancora non siamo riuscite a dipanare.
Resta il fatto che questa struttura è una scommessa sul futuro in tempi presenti di buio e di povertà: quello che accade ogni volta che ci incontriamo, mi pare, è il segno che l’offerta di luoghi non rituali e preconfezionati di scambio ed elaborazione, unitamente poi al fatto di tesaurizzare ciò che accade lì e renderlo disponibile con la rivista e la radio, è ancora un bisogno reale di molte, e una opportunità anche per donne di età diverse che non hanno alle spalle una formazione femminista o politica di lunga data.
Senza voler essere un luogo decisionale né una sede dove esiste una linea dettata da questo o da quel gruppo Altradimora e la sua Officina stanno diventando, si è detto più volte ai seminari in questi anni, un appuntamento e un luogo che scandisce tappe e segna, individualmente e collettivamente, l’esperienza politica femminista di tutte coloro che ci si avvicinano.
Non è poco, continuiamo a tenerci strette. www.altradimora.it
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