Giovedi, 09/03/2017 - Intrecci di donne e di idee in oltre 40 Paesi del mondo e anche in Italia, da Roma a Torino, da Bologna a Trento, da Milano a Firenze e in moltissime altre città.
Una partecipazione grande, piena di colori, di diversità e di libertà. Moltissime giovani, alcuni uomini e casalinghi, mamme e papà con passeggini e fasce, donne dei movimenti, precarie del settore pubblico e privato, studentesse, migranti.
A Bologna, una grande Vulva (Madre di tutti e di tutte) e relative lodi e preghiere, che ricordano i più conosciuti monologhi della vagina, in chiave propositiva e impertinente, facendo il verso alle litanie del rosario. A Milano, un incredibile e coloratissimo mandala fatto dal biennio di Terapeutica Artistica dell’accademia di Brera, con la conduzione di Tiziana Tacconi, Direttrice del corso, e la collaborazione della Casa delle Donne. A Firenze e Torino, tamburi e slogan come “Vogliamo costruire un’altra economia e le compagne curde ci mostrano la via”. A Roma canzoni e striscioni con una visione globale, chiara, positiva, politica: Abortiamo il capitale. Acqua pubblica. No alla guerra. No agli stupri. No ai femminicidi. Sì alla casa. Sì al lavoro. Sì alla dignità. Sì alla condivisione del lavoro di cura.
“Oggi sciopero per il diritto alla salute. Chiediamo più spazi all’interno degli ospedali per promuovere terapie integrate in oncologia in tutta Italia” dice a NOIDONNE una attivista di Donne in movimento.
“Io sciopero perché è giusto, per i diritti delle lavoratrici, di chi ha perso il lavoro e di chi non riesce a trovare un nuovo posto di lavoro, una forma di reddito” dice un’altra donna.
“Io ho fatto sciopero da tutto e da tutti. Oggi niente lavoro di cura, niente cucina, niente pulizie, niente spesa. Ho anche disattivato la mia pagina Facebook e non ho nemmeno risposto al telefono” ci ha confidato Anna.
“Questo è solo un inizio – ci racconta Rosa, una donna con i capelli bianchi – ma come fare a dare corpo, continuità , obiettivi a questo movimento che cresce? Io sento con forza il dovere di trasmettere la mia esperienza e le mie conoscenze alle ragazze giovani. Studi, seminari e libri come la Quintessenza o Il piacere è sacro andrebbero divulgati. Se le ragazze giovani non se li possono permettere o non li conoscono bisogna fare qualcosa ... Sono carine, al corteo ce n'erano tante, ma a volte sono incredibilmente senza fantasia. Dobbiamo lanciare la parola d'ordine del passaggio di consegne tra noi e le giovani. Le brave ragazze di buona famiglia non erano al corteo, erano a casa o a fare shopping con le madri, perpetuando l'immagine che il patriarcato vuole. Dobbiamo porci il problema di trasmettere cultura, conoscenze, abilità, esperienze. Penso che ci sia una circolarità, che il movimento debba continuare a crescere”.
Noemi ci racconta che in ufficio le colleghe l’hanno guardata storto quando ha detto che scioperava. Teresa ci racconta che alcune mamme che conosce avrebbero voluto scioperare, ma non avevano modo di lasciare i figli a qualcuno e non se la sentivano di portarli al corteo. Altre donne nemmeno sapevano dello sciopero, e Sandra ci ha riferito di un’amica che ha detto: “Queste femministe non hanno niente da fare”. Sembra fare eco una voce dalla manifestazione: “Il femminismo deve ritornare a far parte delle nostre vite, non ci dobbiamo più contare, non ci può essere più una di meno”.
E infatti un uomo che si era costruito un’arma e aveva minacciato di morte la ex moglie è stato arrestato proprio l’8 marzo vicino a Roma; probabilmente è stato sventato l’ennesimo femminicidio. E, sempre l'8 marzo, un incendio del quale non si conoscono ancora le cause ha provocato la morte di 22 ragazze ospiti di una casa di accoglienza in Guatemala, proprio il giorno dopo la loro denuncia per abusi sessuali all’interno della struttura.
È strano che in molti, uomini e donne, siano convinti che ormai la parità sia raggiunta e che il “femminismo” rappresenti una minaccia o l’altra faccia del “maschilismo”. C’è una specie di oblio, di rimozione, che abbiamo visto anche nei mass media. Le donne, con o senza polemiche, hanno conquistato dei trafiletti in quasi tutte le testate nazionali. Poche prime pagine, ad esempio sul Manifesto e L’Unità, mentre sono state totalmente oscurate ed estromesse da quelle di Repubblica, La Stampa e Corriere.
Una doverosa precisazione: intanto, non esiste un solo femminismo, ma ne esistono tanti, quindi prima di parlarne sarebbe utile saperne qualcosa in più. In secondo luogo, i femminismi non intendono affatto prevaricare sui maschi. In terzo e ultimo luogo, basta un minimo di cultura generale per notare che le discriminazioni sessuali e sessiste sono ben lungi dall’essere rimosse.
Per questo i femminismi di oggi, che stanno trovando nuove voci, nuove parole, nuove energie, che si collegano fra di loro e che mettono insieme i saperi provenienti da tutti i continenti, hanno una grande visione. Una visione che sembrava ormai dimenticata, e che parla di tutela dei diritti, di dignità per tutti, di giustizia, di sostenibilità, di nuovi paradigmi, di valore e crescita non in senso economico-monetario, ma in senso politico, ambientale e sociale.
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